lunedì 28 novembre 2011

La fine del mondo storto di M. Corona

FONTE LIBRI E CAFFELATTE
MONDADORI
INCIPIT
Mettiamo che un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti petrolio, carbone ed energia elettrica. Non occorre usare fantasia per immaginarselo, prima o dopo capiterà, e non ci vorrà nemmeno troppo tempo. Ma mentre quel giorno prepara il terreno, facciamo finta che sia già qui. Ha un brutto muso, è un tempo duro, infame, scortica il mondo a coltellate e lo spoglia di tutto. Di quel che serve e di quel che non serve. La gente all'improvviso non sa più che fare per acciuffare il necessario. Prova a inventarsi qualcosa e intanto arranca, senza sapere che una salvezza esiste. Il necessario sta dentro la natura. Ma, per averlo, occorre cavarlo fuori, prenderlo con le mani, e la gente le mani non le sa più usare.
«Sacramento che disgrazia!» dicono. «Non sappiamo usar le mani.»
Ma partiamo dall'inizio.

TRAMA (dalla quarta): Un giorno il mondo si sveglia e scopre che sono finiti il petrolio, il carbone e l'energia elettrica. È pieno inverno, soffia un vento ghiacciato e i denti aguzzi del freddo mordono alle caviglie. Gli uomini si guardano l'un l'altro. E ora come faranno? 
La stagione gelida avanza e non ci sono termosifoni a scaldare, il cibo scarseggia, non c'è nemmeno più luce a illuminare le notti. Le città sono diventate un deserto silenzioso, senza traffico e senza gli schiamazzi e la musica dei locali. 
Rapidamente gli uomini capiscono che se vogliono arrivare alla fine di quell'inverno di fame e paura, devono guardare indietro, tornare alla sapienza dei nonni che ancora erano in grado di fare le cose con le mani e ascoltavano la natura per cogliere i suoi insegnamenti. Così, mentre un tempo duro e infame si abbatte sul mondo intero e i più deboli iniziano a cadere, quelli che resistono imparano ad accendere fuochi, cacciare gli animali, riconoscere le erbe che nutrono e quelle che guariscono. 
Resi uguali dalla difficoltà estrema, gli uomini si incammineranno verso la possibilità di un futuro più giusto e pacifico, che arriverà insieme alla tanto attesa primavera. Ma il destino del mondo è incerto, consegnato nelle mani incaute dell'uomo... 

CONCLUSIONI:
Intanto NON è un romanzo! E' un PAMPHLETMAGARI ERA IL CASO DI DIRLO, NO? 
Questo scritto è solo un lungo sproloquio polemico di finto perbenismo anche un po' ipocrita di uno "scalatore-montanaro-scultore" che però, anzichè starsene in montagna, imbratta 160 paginette di banalità, senza inizio-svolgimento-fine, e le vende con Mondadori a 18.00 euro. 
E poi è "il mondo" che fa schifo? Bha! 
Da che pulpito viene poi 'sto predicozzo infinito su quanto non ci sia nulla da salvare al mondo? Su quanto i giovani siano sbagliati? Dal Dalai Lama? Be' da lui lo potrei anche accettare. Ma da Mauro Corona, no!
Ha dei problemi in campagna, Signor Corona, 
che si ostina a venire in città? 
CONTINUA SU LIBRI E CAFFELATTE

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