giovedì 22 febbraio 2018

[recensione] Lamento di Portnoy di P. Roth


Romanzo fuori dal solito tenore di Roth, e ben consapevole che affrontasse alcune tematiche con umorismo e una visione cinica e particolare, ho letto "Lamento d Portnoy" e l'ho trovato fantastico.

Trama: Travolto da desideri che ripugnano alla coscienza e da una coscienza che ripugna ai desideri, Alex Portnoy ripercorre con l'analista la propria esistenza, a partire dalla famiglia ebraica. Quel che gli interessa piú di tutto, però, è il sesso: dopo un'adolescenza trascorsa chiuso in bagno, Alex si butta in una storia dietro l'altra, sempre con ragazze non ebree, quasi che penetrandole potesse penetrarne anche l'ambiente sociale. «Questa è la mia vita, la mia unica vita, e la sto vivendo da protagonista di una barzelletta ebraica».



mercoledì 21 febbraio 2018

[recensione] Factotum di Charles Bukowski


Charles Bukowski o si odia o si ama. E io lo amo. 😁
Perché? Perchè è troppo facile scrivere romanzi piaccioni, comodi, che strizzano l'occhio ai perbenisti, che non dicono mai il vero e che tendono a "merlettare" la realtà della vita. 
Io lo amo perchè lui te la sbatte in faccia sporca e cruda, ma almeno è vera.

Citazione dal documentario "Bowkoski born into this":
L'amore è un cane che viene dall'Inferno
porta con sè le proprie agonie.

Ma veniamo a Factotum.
Non è il mio primo Bukowski quindi posso iniziare a fare un leggero confronto con altri che ho letto. Ritroviamo Chinaski il suo alter ego che l'autore usa per romanzare alcune fasi della sua vita. C'è un po' di Post Office, per certi versi. Più che altro per il suo approccio al lavoro che è sempre distaccato e che svolge solo per avere i soldi per poi scrivere di notte, o di mattina (a seconda dei lavori).
Lui lavora, ma non vuole fare carriera o avere ruolo di rilievo perché vuole scrivere.
E dunque si ritrova a fare lavori assurdi, manuali e monocorde che lo logorano dentro.

Grande Matt Dillon che ha interpretato Chinaski in Factotum!


sabato 17 febbraio 2018

[recensione] La macchia umana di Philip Roth


La macchia umana di Philip Roth si potrebbe definire "romanzo" ma a mio avviso è riduttivo. 
E' un'immensa carrellata di personaggi veri che l'autore ci mostra uno dopo l'altro con tutte le loro ombre e luci. Le facciate che mostrano per rientrare nell'etichetta di brava persona, quando sono tutt'altro. 

Lo stesso autore ha ideato un piacevole quando geniale stratagemma narrativo che presenta il protagonista attraverso l'occhio di uno scrittore che conosce in tarda età. Sarà lui a scrivere il romanzo "La macchia umana" e racconterà quello che Coleman Silk, il protagonista, gli racconta durante i loro incontri negli anni.

E così, lo scrittore Zucherman ci racconta una vita costruita su una gigantesca bugia (che non svelo per non fare spoiler) che salva Coleman in giovane età e gli permette un'esistenza come lui desiderava, ma superati i settant'anni questa gli si rivolta contro in un modo inaspettato.
Ma lui non rivelerà mai la verità.
E affronterà un processo per razzismo, oltre che le invidie e le "male lingue" della cittadina.
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