mercoledì 9 maggio 2012

[manuale scrittura] Elementi di stile nella scrittura di Strunk


Dopo MASTER DI SCRITTURA CREATIVA, un altro manuale essenziale e conciso che non può mancare di essere letto e studiato per chi volesse scrivere in modo più serio, sicuro e coscienzioso.
Ovvero, non alla-cazzo-di-cane come dice sempre Boris :D

DINO AUDINO EDITORE
Scritto nel 1918 dal professore universitario William Strunk jr, che lo pubblicò a sue spese a uso e consumo dei suoi studenti, questo volumetto di meno di un centinaio di pagine riscosse e riscuote ancor oggi notevoli consensi per la sua essenzialità.
Consigli e regole veloci.
Dino Audino lo ha pubblicato adattandolo all'italiano, eliminando ad esempio il genitivo sassone che è solo per la lingua inglese. Lo ha anche aggiornato con delle note a fine capitolo molto interessanti.

Io l'ho trovato utile, non solo perché il libretto si può consultare nei momenti dubbiosi, ma anche perché nell'appendice riprende i concetti base dei manuali letti in precedenza. 
Lo zio Ste' dice che gli deve molto.
Sono quattro capitoli e l'appendice.
1-Elementari regole d'uso
2-Elementari norme compositive
3-Alcune questioni di forma
4-Parole ed espressioni usate impropriamente
Appendice- Questione di stile

Vi riporto qualcosa per capitolo.

capitolo uno: elementari regole d'uso

Il PUNTO E VIRGOLA ( ; ), questo sconosciuto nella moderna letteratura! :D
Si usa quando due o più proposizioni indipendenti, non separate da congiunzione, formano insieme un peridio complesso.
I romanzi di Stevenson sono divertenti; sono pieni di avventure emozionanti.
Sono quasi le cinque e mezzo; non saremo in città prima di buio.

Ora, si potrebbe dire anche: 
I romanzi di Stevenson sono divertenti. Sono pieni di avventure emozionanti.
Sono quasi le cinque e mezzo. Non saremo in città prima di buio. 
Oppure:
I romanzi di Stevenson sono divertenti, poiché sono pieni di avventure emozionanti.
Sono quasi le cinque e mezzo, e non saremo in città prima di buio

Ecco però cosa cambia.
La prima versione col punto e virgola è più veloce, decisa e unisce a legame stretto gli enunciati.
La seconda, col punto, li separa rompendo il legame e togliendo causa-effetto.
La terza aggiunge la virgola e, di conseguenza, un avverbio (poiché) o una congiunzione che allungano la frase senza motivo perdendo così efficacia.

La VIRGOLA è invece opportuna in due casi:
-se le proposizioni sono molto brevi e hanno una struttura simile e non hanno causa-effetto
L'uomo propone, Dio dispone.
Il cancello si aprì, il ponte si abbassò, la saracinesca fu sollevata.
-nell'espressione colloquiale inserita però in una lettera o in un dialogo, non nello scritto.
Quasi non lo riconoscevo, è così cambiato.

Al contrario, ci sono casi specifici in cui NON SI USA IL PUNTO MA LA VIRGOLA.
Li conobbi su un transatlantico della Cunard diversi anni fa, che tornavano a New York da Liverpool.
Era un gran conversatore, un uomo che aveva viaggiato in tutto il mondo e vissuto in una mezza dozzina di paesi.

Caso eccezionale: se si vuole dare enfasi.
Chiamò e richiamò. Nessuna risposta.

DUE PUNTI introducono un elenco, sviluppano un concetto (e possono straniare)
Un intagliatore coscienzioso ha bisogno di tre cose: un coltello, un pezzo di legno e una veranda sul retro di casa.
DA EVITARE perché sbagliato, invece, la frase che segue: 
Un intagliatore coscienzioso ha bisogno di: un coltello, un pezzo di legno e una veranda sul retro di casa.

I PUNTINI DI SOSPENSIONE sono SEMPRE E SOLO TRE! Non due, non dodici.
"Non ho capito..."
Ho detto che sono TRE! :D

IL PUNTO ESCLAMATIVO va usato il meno possibile per enfatizzare. Se lo si usa troppo, o peggio sempre, perde di efficacia e potrebbe dare fastidio. E' un po' come se una persona usasse il tono della voce alto, sempre. Non ha senso ed è fastidioso.
Io grido sempre e per enfatizzare, uso il martello 
che faccio prima.
capitolo due: elementari norme compositive


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mercoledì 2 maggio 2012

[libro] Il racconto dell'ancella di Atwood


AVVISO: Questo romanzo dall'apparenza innocuo è invece una lettura cinica e cruda. La bravissima Atwood ha pennellato con maestria una società futuristica che toglie alla donna libertà e diritti. Ci sono scene particolari non tanto per la violenza fisica ma psicologica. 
Non è per tutti. 
A seconda della sensibilità personale, io però lo consiglio vivamente. 
TEA
"Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood è una distopia del 1985. Anche se a un lettore superficiale può apparire come un romanzo rosa più che una lettura fantascientifica, in realtà è davvero una visione allucinante di una società americana dittatoriale ben costruita.
L'autrice non è nuova alle distopie, in fondo.

Attraverso la vita della protagonista, l'autrice dipinge un futuro post-atomico partendo da un passo della Genesi nel Vecchio Testamento che recita:
Ora Rachele vide che non poteva partorire figli a Giacobbe, perciò Rachele divenne gelosa di sua sorella e disse a Giacobbe: «Dammi dei figli, altrimenti muoio».
Giacobbe si adirò contro Rachele e rispose: «Tengo io forse il posto di Dio che ti ha negato il frutto del grembo?».
Allora ella disse: «Ecco la mia serva Bilha. Entra da lei e lei partorirà sulle mie ginocchia; così anch'io potrò avere figli per suo mezzo». (Genesi 30; 1-3)

Essendo scritto in prima persona dove un'ancella è la voce narrante, ha un tenore tranquillo e femminile, ma non meno angosciante. La guerra e le sommosse gestite dai ribelli sono solo in sottofondo (radio, tv, conversazioni ecc). 
Protagonista assoluta è la donna vista attraverso molte sfaccettature.
Una simulazione, ben riuscita, di un governo corrotto dalla misoginia e dal fondamentalismo religioso che toglie alla donna i diritti e la libertà.
Il mio consiglio iniziale è che, essendo una "distopia in rosa", potrebbe interessare soprattutto il pubblico femminile anche se NON è un romanzo d'amore. 
Con questa premessa, parto con la recensione ^__^

NOTA: ne hanno fatto anche un film, le immagini che aggiungo arrivano da "Il racconto dell'ancella" di Volker Schlöndorff del 1990.
La sublime Faye Dunaway, la bellissima Natasha Richardson
e il bravissimo Robert Duvall
sono i protagonisti di un film ben gestito.
CONSIGLIATO! 
INCIPIT
I
Notte
1

Si dormiva in quella che un tempo era la palestra. L'impiantito era di legno verniciato, con strisce e cerchi dipinti, per i giochi che vi si effettuavano in passato; i cerchi di ferro per il basket erano ancora appesi al muro, ma le reticelle erano scomparse. Una balconata per gli spettatori correva tutt'attorno allo stanzone, e mi pareva di sentire, vago come l'aleggiare di un'immagine, l'odore acre di sudore misto alla traccia dolciastra della gomma da masticare e del profumo che veniva dalle ragazze che stavano a guardare, con le gonne di panno che avevo visto nelle fotografie, poi in minigonna, poi in pantaloni, con un orecchino solo e i capelli a ciocche rigide, puntute e striate di verde. 
C'erano state delle feste da ballo; la musica indugiava, in un sovrapporsi di suoni inauditi, stile su stile, un sottofondo di tamburi, un lamento sconsolato, ghirlande di fiori di carta velina, diavoli di cartone e un ballo ruotante di specchi, a spolverare i ballerini di una neve lucente. 
Sesso, solitudine, attesa di qualcosa senza forma né nome. Ricordo quello struggimento per qualcosa che stava sempre per succedere e non era mai la stessa cosa, come le mani che c'erano addosso lì per lì, nel piccolo spazio dietro la casa, o più in là nel parcheggio, o nella sala della televisione col sonoro abbassato e soltanto le immagini, guizzanti sulla carne tesa. 
Ci struggevamo al pensiero del futuro. Come l'avevamo appresa, quella disposizione all'insaziabilità? Era nell'aria; e restava ancora nell'aria, un pensiero persistente, mentre si cercava di dormire, nelle brande militari che erano state disposte in corsie, con molto spazio tra l'una e l'altra, così che non si potesse parlare.

TRAMA: Il libro e il film differiscono per la linearità della trama, che però rimane molto simile. Il romanzo inizia con la nostra protagonista già immersa nella storia (già ancella, in casa del Comandante). Attraverso vari ricordi, sarà narrato anche il suo passato. Io però ho pensato fosse più semplice esporvi la trama come il film, che a mio avviso risulta meno epilettico.

Quelli che un tempo erano gli Stati Uniti, sono ora la Repubblica di Galaad.
(Dal libro: Il cuore di Galaad, dove la guerra non può entrare tranne che attraverso la televisione. Non sappiamo con certezza dove siano i suoi confini, che variano a seconda degli attacchi e contrattacchi, ma questo è il centro, dove nulla si muove. La Repubblica di Galaad, non conosce confini.)
Coloro che si trovano ai confini, vengono presi e portati al centro di controllo e smistamento. Soprattutto le donne che vengono divise tra "positive " e "negative".
Le positive sono quelle ancora fertili. Il bene più prezioso per la Repubblica.

centro di raccolta
Kate (l'attrice è Natasha Richardsonviene divisa come le altre donne
La protagonista è una donna giovane e fertile, Kate. Ha un marito e una figlia, ma vengono separati.
Presa sotto la custodia di Zia Lydia, sarà condotta al Centro Rosso per diventare un'Ancella.


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