lunedì 20 dicembre 2010

La strada - The road di C. McCarthy

EINAUDI
INCIPIT

Quando si svegliava in mezzo ai boschi nel buio e nel freddo della notte allungava la mano per toccare il bambino che gli dormiva accanto. Notti più buie del buio e giorni uno più grigio di quello appena passato. Come l'inizio di un freddo glaucoma che offuscava il mondo. La sua mano si alzava e si abbassava a ogni prezioso respiro. Si tolse di dosso il tela di plastica, si tirò su avvolto nei vestiti e nelle coperte puzzolenti e guardò verso est in cerca di luce ma non ce n'era. Nel sogno da cui si era svegliato vagava in una caverna con il bambino che lo guidava tenendolo per mano. Il fascio di luce della torcia danzava sulle pareti umide piene di concrezioni calcaree. Come viandanti di una favola inghiottiti e persi nelle viscere di una bestia di granito. Profonde gole di pietra dove l'acqua sgocciolava e mormorava. I minuti della terra scanditi nel silenzio, le sue ore, i giorni, gli anni senza sosta. Poi si ritrovavano in una grande sala di pietra dove si apriva un lago nero e antico. E sulla sponda opposta una creatura che alzava le fauci grondanti da quel pozzo carsico e fissava la luce della torcia con occhi bianchissimi e ciechi come le uova dei ragni. Dondolava la testa appena sopra il pelo dell'acqua come per annusare ciò che non riusciva a vedere. Rannicchiata li, pallida, nuda e traslucida, con le ossa opalescenti che proiettavano la loro ombra sulle rocce dietro di lei. Le sue viscere, il suo cuore vivo. Il cervello che pulsava in una campana di vetro opaco. Dondolava la testa da una parte all'altra, emetteva un mugolio profondo, si voltava e si allontanava fluida e silenziosa nell'oscurità.

(NOTA: non sono io che ho voluto fare un dispetto e NON mettere gli spazi o andare a capo, è scritto proprio così ^^)


TRAMA E CONSIDERAZIONI: Avevo visto il film e come spesso accade ho voluto leggere il libro.
E' MERAVIGLIOSO! 
E' un post apocalittico scritto in un modo "tutto suo". Senza capitoli, senza virgolette per i dialoghi, in blocchi separati solo da alcuni spazi eppure si capisce benissimo.
La trama è semplice, sterile per certi versi come i panorami ma poetica come solo un post avrebbe potuto far sorgere: quando si toglie il superfluo, rimane l'essenza. In questo caso l'amore di un padre per suo figlio e la disperata ricerca della sopravvivenza.
Ecco perchè adoro il post apocalittico ;)
Un uomo e un bambino viaggiano verso sud con un carrello della spesa che contiene tutto quello che riescono a raccimolare in giro. Non mancano gli incontri, anche con alcuni uomini divenuti cannibali.
UN CAPOLAVORO!
Assolutamente consigliato, il romanzo come il film, per la trama e i panorami straordinariamente post: grigi, vuoti, sporchi come gli uomini sopravvissuti. Decadenti, miserabili, asciutti.
Il mondo svuotato, eviscerato si riduce all'estenuante viaggio lungo una strada cosparsa di cenere dei morti che non fa che ricordarti l'unica cosa importante: restare vivi!  
Commuovente, tanto ...

FONTE LIBRI E CAFFELATTE

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